martedì 2 novembre 2004




 


 



 


 


Christian Friedrich Samuel Hahnemann, nato a Meissen, in Germania il 10 aprile 1755 da una modesta famiglia (il padre fa il decoratore di porcellane), grazie ad una buona borsa di studio può frequentare la prestigiosa scuola di Saint Afra a Meissen.


Appassionato di medicina si iscrive a vent'anni all'università di Lipsia. Si paga gli studi insegnando lingue ad un giovane nobile e traducendo opere mediche straniere. Insoddisfatto degli studi, due anni dopo si trasferisce a Vienna per apprendere la pratica clinica. Frequenta l'ospedale di Leopoldstadt diretto dal prof.Quarin, medico dell'imperatrice Maria Teresa.

Hahnemann comincia anche ad essere conosciuto per le pregevoli traduzioni di testi medici. Con i guadagni ottenuti riesce a portare a termine gli studi nell'Università di Erlangen, in Baviera, dove consegue la laurea in medicina il 10 agosto 1779.

E' a Dessau, un centro minerario, dove apre lo studio nel 1781, che conosce Henriette Kuckler, la figliastra del farmacista del luogo. La sposa nel 1787, da lei avrà undici figli. Esercita, come medico condotto, a Gommern, nel Magdeburgo. Più tardi diviene assistente nell'ospedale di Dresda. Ormai affermato si trasferisce a Lipsia. Oltre che alla medicina, si dedica allo studio della filosofia con grande ammirazione pee Kant. Viene nominato membro dell'Accademia delle Scienze di Magonza e della Società Economica di Lipsia. Conosce illustri personaggi quali il clinico Hufeland.

Hahnemann si trova ad esercitare la professione in un secolo nel quale se da un lato imperano i salassi, dall'altro artisti e letterati lanciano strali contro i medici ed i loro modi di applicare la medicina. Dice Voltaire: "Il medico cura, con farmaci che non conosce, un individuo che conosce ancora di meno" , ed anche "Il medico intrattiene il malato, la natura lo cura".

Hahnemann, nonostante il prestigio raggiunto, si sente insoddisfatto. E' critico verso la mentalità medica del tempo e verso se stesso. Rifiuta una medicina che guarda solo ai sintomi e dimentica l'uomo. Così, in preda ad una profonda crisi di coscienza, decide di lasciare la professione. Cade presto in miseria. Conoscendo bene diverse lingue, per mantenere la numerosa famiglia si dedica alle traduzioni. E' il 1790. Mentre traduce la "Materia Medica" di Cullen, noto tratto di clinica medica dell'epoca, ha modo di fare un'interessante osservazione. I lavoratori del chinino, sempre a contatto con l'estratto della corteccia di china, presentano sintomi psicofisici simili a quelli della malaria. Apparentemente paradossale, questo fatto stimola la mente acuta di Hahnemann. Aperto a nuove idee e lontano dall'immobilismo medico dominante, comincia a sperimentare su se stesso gli effetti del chinino. Lo assume in forti dosi, somministrandolo in seguito anche a familiari ed amici in buone condizioni si salute. I risultati sono indubbi. A due ore circa dall'assunzione compare una febbre intermittente con un insieme di sintomi psicofisiche ricordano il quadro della malaria. I sintomi scompaiono in maniera graduale, interrompendo la somministrazione.

Sperimenta nello stesso modo molte altre sostanze arrivando alle medesime conclusioni: un malato si può curare utilizzando la sostanza in grado di indurre gli stessi sintomi, se somministrata in un soggetto sano. Un intuizione geniale. Hahnemann getta le basi della medicina omeopatica, fondata sulla "legge dei simili". E' l'antico principio "similia, similibus, curenter", enunciato da Ippocrate agli albori della storia della medicina.

Solo dopo molti anni di studio, nel 1810, Hahnemann pubblica l'Organon in cui codifica i principi dell'omeopatia. Questa nuova metodologia medica trova fin dalle origini, ostinati oppositori ma anche convinti assertori. Nel 1820 viene fondata la Società dei medici omeopatici. Hahnemann, dopo l'Organon pubblica la Materia medica pura (1820) ed il Trattato sulle malattie croniche (1828).

Nel corso degli anni, per la sua diversa visione della medicina, apprezzato da molti, ma boicottato dall'ufficialità scientifica, è costretto a spostarsi in vari paesi d'Europa, finché si trasferisce a Kothen. Qui nasce il primo Giornale di medicina omeopatica.

Nel tempo molti lutti colpiscono la sua famiglia. Nel 1831 muore la moglie e, prima ancora, quasi tutti i figli. Nel 1834 vive ormai solo, con due figlie: si impegna sempre di più nel lavoro e cerca conforto nella Fede per riuscire a sopportare i tanti dispiaceri.

Nell'ottobre 1834 compare nella sua vita Mélanie d'Hervilly, una giovane francese di origine aristocratica. Ha 34 anni e vive a Parigi.

Mélanie è probabilmente affetta da una pleurite di natura tubercolare. Avendo sentito parlare dell'omeopatia, per curarsi decide di andare proprio alla fonte. Parte, allora per Kothen. Hahnemann, circa 80 anni, la visita accuratamente e promette di guarirla. Il miglioramento inizia dopo poco tempo. Hahnemann s'innamora della paziente e le chiede di sposarlo. Lei accetta. Una volta guarita, Mèlanie sente il dovere di diffondere l'omeopatia in Francia. Propone quindi ad Hahnemann di partire con lei per Parigi dove giungono il 21 giugno 1835. Hahnemann visita ed insegna. In Francia viene fondata la "Società di omeopatia". Nascono anche Il Giornale di medicina omeopatica e Gli Archivi di medicina omeopatica. Cominciano invidie e rancori. L'Accademia di medicina cerca di interdire l'omeopatia ma Guizot, ministro di Luigi Filippo, si oppone.

Hahnemann continua a lavorare per otto anni. Tutte le mattine, dalle otto alle dieci, visita i poveri. Poi riceve i pazienti, che lo raggiungono un po' da tutto il mondo. Molti sono anche celebri: David, Balzac, Paganini, lo scrittore teatrale Legouvé (di cui guarisce la figlia, data ormai per spacciata), il pianista Kalkbrenner, l'attrice americana Anna Cora Mowatt, il barone James Rothschild.

Il 2 luglio 1843, all'età di 88 anni, Hahnemann muore per una broncopolmonite. Sono le cinque di mattina. Lo assistono Mèlanie e Croserio, il suo medico. Il funerale è semplice, come lui desiderava. Viene sepolto al Père Lachaise, il cimitero monumentale di Parigi, dove ora riposa accanto a Mélanie.

 

 

 

 










3 commenti:

  1. Gesùmmaria, ma questo è un trattato. Florit! :-))

    RispondiElimina
  2. Ahahaaha Marzietta...ma la vita di hahnemann è importante e merita di essere divulgata! Grazie del passaggio...cercherò di essere più concisa possibile, promesso!!! :)

    RispondiElimina
  3. Ma no, intendevo altro! Non credevo ci fosse tanta carne a cuocere..:-))

    RispondiElimina