domenica 22 aprile 2012
martedì 6 marzo 2012
In ricordo di Maria Thun
Dornach, 20 febbraio 2012
Giovedì 9 febbraio Maria Thun ha lasciato la vita terrena.
Per lungo tempo è stata un attivo membro del circolo dei Rappresentanti dell’agricoltura biodinamica e anche sempre attiva nell’organizzazione del Convegno annuale, dove quattro anni fa aveva tenuto una relazione.
Per lungo tempo è stata un attivo membro del circolo dei Rappresentanti dell’agricoltura biodinamica e anche sempre attiva nell’organizzazione del Convegno annuale, dove quattro anni fa aveva tenuto una relazione.
Come importante pioniera dell’agricoltura biodinamica ha, con il suo lavoro, diffuso e stimolato il movimento biodinamico in molti Paesi, in Europa e oltreoceano. Il suo Calendario delle Semine – giusto quest’anno al 50esimo volume – era per molti non solo un modo per diffondere ampiamente in molti Paesi l’agricoltura e il giardinaggio biodinamico, ma anche un importante iniziale aiuto economico per lo sviluppo di varie Associazioni nazionali. Ciò corrispondeva anche ad un aspetto importante della sua personalità: essere pragmatica e d’aiuto per il lavoro fin nei più piccoli dettagli (tecnica, finanze, etc.).
Nata nel 1922 e cresciuta in una piccola fattoria, Maria Thun aveva da sempre il desiderio di poter essere d’aiuto a tutti gli agricoltori. Per più di 60 anni somministrò instancabilmente corsi, conferenze e consigli accanto alla ai suoi lavori di sperimentazione, alla produzione del Calendario e alla stesura dei suoi libri. Mi sono sempre chiesto da dove ella, ormai anziana, traesse le forze per tutto questo lavoro. Certamente l’hanno aiutata le sue profonde relazioni con la natura e il suo orto botanico a Biedenkopf le ha dato gran forza. Questa relazione intima con le piante e gli elementi ha certamente contribuito al successo delle sue ricerche in molteplici campi, che ha condotto anno per anno: influenza delle costellazioni cosmiche, influenza dei preparati biodinamici etc.. Bisogna anche nominare la sua famiglia, e in particolare suo figlio Matthias, che l’ha sempre fedelmente affiancata nel lavoro.
Interessata a meglio comprendere la vita, Maria Thun decide di seguire l’indicazione di Rudolf Steiner, ovvero che per un pensiero vivente è d’aiuto esercitarsi nell’osservazione di fenomeni naturali. Così intraprende nel 1952 un’osservazione quotidiana di ravanelli, per studiarne la crescita. Con ciò verifica grandi differenze quotidiane nella morfologia e nella resa. I calendari dell’epoca parlavano solo degli influssi sulla crescita delle piante in relazione alle fasi lunari, ma con ciò non poteva spiegare i risultati delle sue osservazioni. Tutti i ravanelli, che venivano seminati in luna calante, avevano forme e dimensioni molto vaseminava una nuova fila di ravanelli. Ha fatto innumerevoli esperimenti. I risultati dell’influenza della luna e dei pianeti su piante, animali e tempo atmosferico sono stati da lei pubblicati sul Calendario delle semine rendendoli accessibili a moltissime persone per l’applicazione pratica nell’attività agricola.
Il lato pragmatico di Maria Thun era collegato con una ricerca altamente spirituale. Aveva ottime conoscenze di antroposofia. Un esempio concreto di ciò era il suo continuo lavoro con il cuore dell’agricoltura biodinamica: i preparati, che ella cercava costantemente di migliorare. Come per ogni pioniere, che fa ricerca mirata in una direzione, anche i suoi risultati hanno prodotto una certa polemica. Comunque i biodinamici hanno imparato sempre più ad osservare i fruttuosi risultati di questi lavori e a sviluppare un personale giudizio su di essi. Maria era lei stessa maestra: riusciva talvolta a dare risposte a domande importanti sviluppando un parere derivato da osservazioni sorprendenti.riabili. Questo fu per Maria Thun il punto di partenza per ampliare l’ambito di ricerca. Ogni giorno
Sono stato a farle visita 10 anni fa a Biedenkopf, nel suo grande orto sperimentale e rimasi molto impressionato dalla forza e salute che emanavano le piante, che crescevano su un terreno molto magro, senza irrigazione, in una estate secca. La pratica sapiente (precisa e intensiva) nell’utilizzo dei preparati confermavano la teoria: era visibile e percepibile.
Un ultimo aspetto, che vorrei ricordare, è il suo impegno nel sociale. Affinché anche le contadine avessero il loro Convegno (all’epoca venivano quasi esclusivamente agricoltori maschi ai convegni), organizzò 30 anni fa un Convegno internazionale per agricoltrici. Io non ci sono mai stato (come uomo non potevo parteciparvi), ma ho sempre sentito commenti positivi. Questo incontro annuale aveva il carattere di una “scuola di emancipazione” per le agricoltrici.
Jean-Michel Florin
trad.Sabrina Menestrina
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venerdì 3 febbraio 2012
Tarsio
Io,tarsio,figlio di tarsio,
nipote e pronipote di tarsio,
piccola bestiola,fatta di due pupille
e d'un resto di stretta necessità;
scampato per miracolo ad altre trasformazioni,
perchè come leccornia non valgo niente,
per i colli di pelliccia ce n'è di più grandi,
le mie ghiandole non portano fortuna,
i concerti si tengono senza le mie budella;
io,tarsio,siedo vivo sul dito d'un uomo.
Buongiorno mio signore,
che cosa mi darai
per non dovermi togliere nulla?
Per la tua magnanimità con che mi premierai?
Che prezzo darai a me,che non ho prezzo,
per le pose che assumo per farti sorridere?
Il mio signore è buono-
Il mio signore è benigno-
chi ne darebbe testimonianza,se non ci fossero
animali immeritevoli di morte?
Voi stessi,forse?
Ma ciò che già di voi sapete
basterà per una notte insonne da stella a stella.
E solo noi,pochi,non spogliati della pelliccia,
non staccati dalle ossa,non privati delle piume,
ripsettati in aculei,scaglie,corna,zanne,
e in ogni altra cosa che ci venga
dall'ingegnosa proteina,
siamo -mio signore-il tuo sogno
che ti assolve per un breve istante.
Io,tarsio,padre e nonno di tarsio,
piccola bestiola,quasi metà di qualcosa,
il che comunque è un insieme non peggiore di altri;
così lieve che i rametti si sollevano sotto di me
a da tempo avrebbero potuto portarmi in cielo,
se non dovessi ancora e ancora
cadere come una pietra dai cuori
ah,inteneriti;
io,tarsio,
so bene quanto occorra essere tarsio
Wislawa
Szymborska
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