sabato 26 dicembre 2009
venerdì 18 dicembre 2009
Una lettura che apre la mente
Molti animali segnano e delimitano il loro territorio con sostanze organiche; in altre parole, lo sporcano per assicurarsene il possesso. Anche gli uomini fanno così? Non è forse vero che se un uomo sputa nella sua minestra lo fa per impedire ad altri di mangiarla? Nessuno si coricherebbe mai nel letto già usato da un estraneo. Infatti gli alberghi, per ricevere nuovi clienti, cambiano lenzuola e asciugamani. Esiste dunque uno stretto legame tra lo sporco e la proprietà? Ne è convinto Michel Serres, che spiega in questo saggio come mai gli uomini tendono a sporcare e a inquinare tutto ciò che vogliono possedere o conquistare, svelando un inquietante e insospettabile rapporto tra il sempre più attuale problema dell’inquinamento globale del nostro pianeta e la sete di dominio dell’uomo.
Michel Serres, professore alla Stanford University e accademico di Francia, è autore di numerosi saggi filosofici e di storia delle scienze.
È uno dei rari filosofi contemporanei che propone una visione del mondo aperta e ottimistica, fondata sulla profonda conoscenza dell’umanità e della scienza. In Italia sono stati tradotti suoi libri da Einaudi e Bollati Boringhieri.
Michel Serres -Il mal sano . Contaminiamo per possedere? - Il Melangolo
mercoledì 14 ottobre 2009

…Ma ad un tratto m’accorsi di qualcosa che non andava, non so , un oggetto fuori posto, un errore, un disagio interno. Difatti
Tolsi la rosa e stavo per gualcirla tra le mani, per distruggerla, più che per nasconderla, ma la vidi.
Era così perfetta, così rossa e chiedeva solo la carezza dello sguardo, paventando il tocco delle dita. Dove i petali sono più stretti pareva che le battesse il cuore, e intanto buttava fuori il suo respiro profumato. Era una creatura che mi guardava, mostrandomi la sua bellezza senza pudore. Mi vergognai di lei, così aperta e così rossa, ma non potei sciuparla, stringendola nel pugno. La tenni in mano come le monache tenevano la candela in processione, ma più accostata al cuore, perché questa non scottava, odorava soltanto. Abbassai gli occhi anche io verso ul mio cuore, guardando il cuore vivo di quel fiore…
Dolores Prato * Scottature* Quodlibet 1996
lunedì 14 settembre 2009
RESPIRO
“La libertà è un respiro. Ma tutto il mondo respira, non solo l’uomo. Respirano le piante, gli animali. C’è ritmo (che è respiro) non solo per l’uomo. Le stagioni, il giorno, la notte sono respiro. Le maree sono un respiro. Tutto respira, e tutto ha il diritto di respirare. Questo respiro è universale, è il rollio inavvertibile e misterioso della vita. Se la libertà è prima di tutto un respiro, se è il respiro: sì, rispondo, c’è libertà per l’uomo… A me sembra vada diffondendosi il concetto di libertà come furto del respiro altrui; libertà come sopraffazione… Vi è il diritto di mentire, di presentarsi (pubblicamente) come altri, che è tipico della forza, vi è il diritto universale, legittimato dalla sola forza, di mercanteggiare e corrompere ciò che dovrebbe essere intoccabile: gli spazi terrestri e celesti, con le loro creature che respirano; gli spazi sociali con i figli dell’uomo che respirano. Distruggere campi e foreste, mutare e pervertire il ritmo delle stagioni; procedere tranquillamente alla reclusione e al massacro di milioni di creature ogni giorno solo per nutrirsi di carne o per indossare pellicce; torturare liberamente, in liberi laboratori, milioni di esseri sensibili e ignoti quanto l’uomo, torturarli fino alla morte… tutto questo viene presentato come difesa del proprio respiro (o libertà) dall’uomo. (…)
Quando anche l’ultima libertà della Terra e dei suoi figli meno forti potrà essere comprata e ridotta un’agonia, e distrutta –, allora il concetto di libertà che ne esce è deturpato e sconvolto. Non è più un respiro; non è di tutti! È del più forte e il più bruto. Diciamo che è una tirannia. (…)
La tirannia del Nulla, la tirannia del Denaro. Il denaro inteso non come corrispettivo o simbolo di scambio, del valore di un’opera, di un’impresa, ma come valore in sé, come oggetto estraneo alle opere e le imprese (alla umanità, infine), e che tuttavia muove, e ha diritto di muovere, le opere e le imprese…. Si muove e agisce tra le opere e le imprese dell’uomo, tra ciò che è atrocemente duro, reale, pagato (spesso con un’intera vita): là interviene, come uno gnomo, e cambia i valori di imprese e di opere, li cambia misurandoli con se medesimo, cioè col gratuito. Ciò che non si vede abitualmente, è che il Grande Denaro è in genere gratuito, nato dal niente… : non dovrebbe, quindi intervenire dove la vita paga ogni giorno il suo respiro – libertà –, non dovrebbe intervenire comprando, col nulla, la libertà. Ciò accade. Quando un uomo – o un gruppo – solo perché ha denaro compra (col nulla) un’isola, una montagna, uno spazio, compra delle merci (lavoro) e delle armi (per vincere un paese che intende sottomettere); oppure compra animali (sangue) e terra per allevarli, al solo fine di mercificare quegli animali e quel sangue – e nel farlo usa un potere senza più limite, il proprio potere decisionale sulle opere e le imprese degli uomini che lavorano - , allora questo intervento opera nella vita umana e terrestre un sovvertimento umano spaventoso. Noi non ce ne accorgiamo, normalmente; la cosa accade nella notte della coscienza e nella docile rassegnazione, nel sempre più rapido ottundimento dei sensi. Siamo frastornati e assediati dalle musiche (musiche del Nulla), non vediamo la tirannia del Nulla. Il denaro ha oggi mutuato ogni lavoro, ogni opera; il suo marchio è sulla fronte e nel cuore di tutti. Chi fa qualcosa non lo fa più per sé, o in onore del Dio nascosto – fa quella cosa o un’altra (e se sia la peggiore, non importa) nella sola speranza di ottenere l’ingresso nel Regno, farsi cittadino della Internazionale Economica, devoto circonciso del nuovo Tempio! Odio il denaro! Non il piccolo denaro dato alla tua fatica, con il quale compri un libro, o un giardino, o salvi la tua anima (da inerzia e tristezza), ma il grande, l’infinito denaro col quale compri tutte le città e i campi che vuoi e anche « questa siepe che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude ». Oggi, non c’è più libro che possa essere comprato da te, se il Grande Denaro giudica che i libri (che quel libro) è inutile, e nessuna « siepe » ti separerà dall’infinito – se ti fa male – o te lo concederà, se lo ami, perché non solo la siepe è comprata, ma lo stesso infinito è già nelle mire dell’onnipotente signore del nuovo mondo. Forse ventimila macchine ruotano oggi intorno alla Terra, ventimila e più lune d’acciaio la circondano! C’è chi si sente offeso, chi si sente morire. Ma che importano, al Denaro, offesa e agonia di qualcuno, o anche di moltitudini? Il Denaro non è l’uomo e non può tener conto dell’uomo.
Anna Maria Ortese, La libertà è un respiro, in Corpo celeste, Adelphi 1997
giovedì 10 settembre 2009
venerdì 7 agosto 2009
venerdì 31 luglio 2009
Come si poterono rimediare filosofie che mai giunsero alla pura conoscenza del'Unità, ma finsero che l'Uno dimorasse accanto a un'istituzione, a una politica, ad un ente: filosofie pensate non per sciogliere ma per legare?
Come si poté prestare attenzione a un'arte che in ultimo, invece di additare oltre, si restrinse a rispecchiare la realtà d'ogni giorno? Che per reazione tracciò bave e ghirigori?
Perché costringere i suoni nel sistema temperato, sopprimere i quarti di tono, ingabbiare il ritmo fra battute?
Come poté interessare un continente spiritualmente morto, così fiero, alla fine, di senil puerilità?
Eppure se si spinge lo sguardo oltremare, si vedono le terre ancora ricche di costume e di cerimoniale restringersi come una pelle di zigrino di anno in anno. Sul globo intero, l'ala fredda dell'idiozia, l'ombra dell'Occidente è protesa.
Elémire Zolla , Aure
giovedì 16 luglio 2009
della luce negli interstizi
verdi accoglie sussulti
Portfolio I miosotis , Edizioni d' If , 2006.
G. T. Fechner
domenica 21 giugno 2009
“La vita è una ferita sempre aperta nell’immensità del cosmo, una cruna. Si può solo passare da là dentro, alargare la cruna. Anche se crediamo di essere dall’altra parte, siamo dentro questa ferita. Siamo circondati da disperazione, dolore, qualche volta anche da incontrollabile gioia, mentre stiamo andando a toccare, assieme a un possibile limite di sopravvivenza di specie su questo piccolo, sperduto pianeta, anche la sua zona fluida, connessa. Intanto l’universo – pare – si espande sempre più, le nostre molecole si allontanano impercettibilmente ogni istante di più le une dalle altre. Ci sarà un caldo enorme, da queste parti, poi un freddo enorme.”
A. Moresco da * Lettere a nessuno* Einaudi 2008
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giovedì 18 giugno 2009
Credo che le resurrezioni in questo caso siano più dolci, forse, di quella più lunga e più duratura: perché l’una ce l’aspettiamo mentre nell’altra ci limitiamo a sperare
Emily Dickinson, Lettere, 91.
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domenica 10 maggio 2009

Fratelli...amate anche l'uomo col suo peccato, perché questo riflesso dell'amor divino è appunto il culmine dell'amore sopra la terra. Amate tutta la creazione divina nel suo insieme e in ogni granello di sabbia. Amate ogni foglia, ogni raggio di luce. Amate gli animali, amate le piante, amate tutte le cose. Se amerai tutte le cose, tu scoprirai in esse il mistero divino...Amate gli animali, Dio ha dato loro un principio di pensiero e una gioia senza inquietudine. Non li turbate, non li tormentate, non togliete loro la gioia, non andate contro l'intenzione di Dio. Uomo, non ti esaltare al di sopra degli animali.
F.Dostoevskij, I fratelli Karamazov - le parole di Abba Zosima
mercoledì 6 maggio 2009
"La scorsa primavera - sottolinea Panella - si è finalmente dovuto prendere atto in Italia della strage di api di campo dovuta alla dispersione dalle molecole con effetto neurotossico nel momento della semina. Ora, dopo la sospensione di questi veleni, le api sono tornate nei campi del Nord Italia, dimostrando così il legame diretto tra neonicotinoidi e vita degli insetti. Il divieto temporaneo d'uso di neonicotinoidi per il mais deve dunque essere reso definitivo ed è ora che non si consenta più di usare queste molecole killer anche sulle altre colture, prendendo atto che comportano crescente contaminazione ambientale e danni subdoli e cronici alle api e alla fertilità vegetale".
(ANSA)
giovedì 16 aprile 2009
Media troppo veloci per il "cervello morale"
Le emozioni legate al senso morale sono elaborate lentamente dal cervello: lo dimostra una ricerca condotta da Antonio Damasio sulle emozioni complesse come l'ammirazione e la compassione
. Le emozioni legate al senso morale sono elaborate lentamente dal cervello: è questo il risultato di una ricerca condotta da Antonio Damasio e collaboratori presso il Brain and Creativity Institute della University of Southern California. Lo studio - che è uno dei primi che passa dall'esame di emozioni primarie come il dolore e la paura a quello di emozioni complesse come l'ammirazione e la compassione - ha significative ricadute sulla comprensione della percezione umana degli eventi e sul modo in cui ci si dovrebbe rapportare all'informazione in un mondo dominato dalla comunicazione digitale e televisiva.
continua su *Le Scienze*
giovedì 2 aprile 2009
sabato 7 marzo 2009
martedì 24 febbraio 2009
A Jeshua
sempre nel mio cuore
Neve come mughetti ovunque sia simbolo … E foreste profonde d’ombre…
Hölderlin
*
Le stanze del Mitreo di San Clemente hanno pareti tossiche di calce e fosforo che non mi fanno respirare. Mi siedo su i un capitello corinzio , tronco sospeso nel buio e nel vuoto.
Sotto di me l’abisso, intorno a me il nero Nulla. Il capitello è bianco e luminoso.
*
Che con la morte
scorga l’orizzonte
Che mi ha tolto la vita
E. Dickinson
venerdì 13 febbraio 2009
Bodhidharma trascende di gran lunga i moralisti, i puritani, le cosiddette "brave persone", i benefattori. Ha toccato il problema alla radice. Se in te non prende vita la consapevolezza, tutta la tua morale è falsa, tutta la tua cultura non è altro che uno strato sottile che può essere distrutto da chiunque. Ma se la tua morale sgorga dalla tua consapevolezza, e non da una precisa disciplina, allora è una questione del tutto diversa. In questo caso, risponderai a ogni situazione in base alla tua consapevolezza. E qualsiasi cosa farai sarà buona.
La consapevolezza non può fare alcunché di male. Questa è la sua suprema bellezza: qualsiasi cosa scaturisca dalla consapevolezza è bella, è giusta - e senza che si debbano fare sforzi, senza pratica alcuna. Pertanto, anziché potare le foglie e i rami, taglia le radici. E per tagliare le radici esiste un solo e unico metodo: essere all'erta, essere consapevoli, essere coscienti.
Osho
venerdì 6 febbraio 2009
La mimosa, o Acacia dealbata (Mimosacee) pianta ornamentale diffusissima, introdotta in Europa all’inizio del secolo scorso ha più di 400 vrietà in Asia e Africa; è pianta ornamentale vivacissima di minuscoli fiori gialli sferici, riuniti in grappoli.Apparentemente fragile è in realtà una pianta adattabile e resistente. La corteccia Viene usata in decotto dagli aborigeni australiani per problemi gastrointestinali, malattie veneree e nervose.
un granulo pollinico di mimosa visto al microscopio elettronico
Curiosità: mescolato con l'incenso e annusato o applicato sul corpo prima di dormire, si dice che aiuti a sognare.
Parti utilizzate per estrarre l'olio essenziale: i fiori e gli steli dell'albero. L'essenza è ottenuta mediante estrazione con alcol. Non si può estrarre per distillazione perché il profumo è così tenue e delicato che si altera con il calore.
Profumo: floreale, legnoso. Emana un aroma dolce e delicato.
Colore: giallo ambrato.
Energia: moderatamente yang.
Proprietà: astrigente, antisettico, depurativo, rilassante, antidepressivo, antiinfiammatorio.
Indicazioni: Stress, tensione nervosa, iperremotività, cura della pelle, formulazione dei profumi.
Avvertenza: da utilizzarsi solo per via esterna.
sabato 31 gennaio 2009
sabato 3 gennaio 2009
Inno alla materia
Benedetta sii tu, aspra Materia, sterile gleba, dura roccia, tu che cedi solo alla violenza e ci costringi a lavorare se vogliamo mangiare.
Benedetta sii tu, pericolosa Materia, mare violento, indomabile passione, tu che ci divori se non t’incateniamo.
Benedetta sii tu, potente Materia, Evoluzione irresistibile, Realtà sempre nascente, tu che, spezzando ad ogni momento i nostri schemi, ci costringi ad inseguire, sempre più oltre, la Verità.
Benedetta sii tu, universale Materia, durata senza fine, Etere senza sponde, - triplice abisso delle stelle, degli atomi, e delle generazioni, tu che travalicando e dissolvendo le nostre anguste misure, ci riveli la dimensione di Dio.
Benedetta sii tu, impenetrabile materia, tu che, ovunque tesa tra le nostre anime ed il Mondo delle Essenze, ci fai languire dal desiderio di forare il velo senza cucitura dei fenomeni.
Ti benedico, o Materia, e ti saluto, non già quale ti descrivono, ridotta o sfigurata, i pontefici della Scienza ed i predicatori delle Virtù, ma quale tu mi appari oggi, nella tua totalità e nella tua verità.
Ti saluto, inesauribile capacità d’essere e di trasformazione in cui germina e cresce la Sostanza eletta.
Ti saluto, universale potenza di ravvicinamento e d’unione, che lega tra di loro le innumerevoli monadi ed in cui esse convergono tutte sulla strada dello Spirito.
Ti saluto, sorgente armoniosa delle anime, cristallo limpido dal quale è tratta la Gerusalemme nuova.
Ti saluto, Ambiente divino, carico di potenza Creatrice, Oceano mosso dallo Spirito, Argilla impastata ed animata dal Verbo incarnato.
Credendo di rispondere al tuo irresistibile appello, gli uomini spesso, si precipitano per amor tuo nell’abisso esterno dei piaceri egoistici.
Un riflesso li inganna, oppure una eco.
Lo vedo adesso.
Per raggiungerti, o Materia, bisogna che, partiti da un contatto universale con tutto ciò che, quaggiù, si muove, sentiamo via via svanire nelle nostre mani le forme particolari di tutto ciò che stringiamo, sino a rimanere alle prese con la sola essenza di tutte le consistenze e di tutte le unioni.
Se vogliamo possederti, bisogna che ti sublimiamo nel dolore dopo averti voluttuosamente stretta fra le nostre braccia.
O Materia, tu regni sulle vette serene ove i santi pensano di evitarti, - Carne così trasparente e nobile che non ti distinguiamo più da uno spirito.
Portami su, o Materia, attraverso lo sforzo, la separazione e la morte.- portami dove sarà finalmente possibile abbracciare castamente l’Universo”.