martedì 30 ottobre 2007









Un Viaggio nelle Tradizioni Popolari alla ricerca di antichi Culti Pagani







Ancora una volta, come ogni anno, ci stiamo apprestando ad esser bombardati da pubblicità, magazine, network che parlano di Halloween, il "carnevale" novembrino vera e propria festa del consumistico mondo occidentale. Per molti la ricorrenza è estranea alla nostra cultura italiana, un chiaro esempio dell’effetto della globalizzazione e dell’assorbimento di usi e costumi del mondo anglosassone. In realtà, celate da maschere e vetrine scintillanti ecco trasparire antichi ricordi di tradizioni mai del tutto scomparse e ancora insite nel folklore popolare che contraddistingue la nostra nazione.

Sarà così seguendo gli indizi nascosti nelle pieghe del tempo che arriveremo ad un culto molto antico, il culto della Dea Madre, regina di questa mistica notte ove ancora oggi il velo della reminescenza è così leggero da permetterci di guardar attraverso.

Secondo il Dizionario McBeain di Lingua Gaelica "Samhain" (pronunciato "sow-in"), forse la più importante tra le festività celtiche, deriverebbe da "samhuinn" e significherebbe "summer’s End", la fine dell’estate e l’inizio della stagione invernale



continua...



 















Fu la porta d'entrata divelta



risucchiata dagli atomibagliori



rifluita in cortecce.



Nerelune sorelle allineate



dai secoli affacciate



raccontarono l'oscuro sporgersi




dagli occhi




di fradice foglie consunte




di carni artigliate da chiodigarofani





cesellate da scorticature.


 


Evaporazione di lingua perduta


 


sul ramo d'autunno del cuore





s'innesta in patriaradice


 




 






martedì 23 ottobre 2007


L'Ippocastano, della famiglia delle Hippocastanaceae è originario della penisola balcanica (Albania - Grecia settentrionale) ed ha una larga diffusione in tutta le regioni italiane sino ad una altitudine di 1200 metri.

Albero con portamento maestoso ed elegante raggiunge i 25/30 metri di altezza con una chioma di 8 - 10 metri di diametro.

Le foglie, caduche, sono composte da 5/7 lamine fogliari con margine seghettate. Il colore è verde scuro nella pagina superiore ed un verde più chiaro in quella inferiore.

I fiori (2-2,5 cm) sono bianchi con una sfumatura gialla alla base, sono riuniti in pannocchie lunghe circa 25/30 cm e la fioritura avviene nel mese di maggio; i frutti (3-6 cm) di colore verde chiaro, ricoperti da molti aculei, raggiungono la maturazione in settembre-ottobre ed aprendosi, lasciano fuoriuscire da 1 a 3 semi di colore marrone brillante somiglianti alle castagne.

L' Ippocastano viene utilizzato in parchi, giardini molto grandi e viali dove con la sua imponenza crea vaste zone d'ombra.




"Nello stato White Chestnut negativo, l'individuo e' vittima di una mente iperattiva 

che ha conquistato l'egemonia su tutte le altre componenti della personalita"


Scheffer, Bach- Blutentherapie






Nella tradizione buddistica e induistica, la continua e impetuosa affluenza di pensieri ( come pure dei sensi tesi verso l'esterno) viene rappresentata con l'irruente avanzata di sbuffanti destrieri che tirano il carro da guerra che e' il nostro corpo e che bisogna tenere a freno. Solo Krishna, simbolo del proprpio io spirituale, e' in grado di guidare con mano sicura i cavalli impazziti.

le persone che si trovano nelo stato White Chetnut negativo soffrono spesso di distrurbi del sonno.

Dai neri abissi affiorano ripetutamente le stesse rappresentazioni e s'infrangono come flutti sulla sponda della coscienza. gli antichi Greci vi scorgevano la rappresentazione dei cavalli scroscianti e schiumanti di Poseidone, che quale signore del mare e' nel contempo il signore degli strati inconsci della psiche, egli e' l'antagonista di Atena, la dea del pensiero equilibrato e assennato. I pensieri "galoppanti" sono come cavalli che strappano impetuosamente le redini e scappano presi dal panico, se non sentono la mano ferma del cocchiere.

Le perosne nello stato White Chestnut negativo sofforno spesso di cefalea nervosa, oppure  masticano continuamente con la mandibola, come cavalli che mordono le briglie. Questo puo' chiarire perche' Gottfried Mayerhofer (1807-1877), che aveva doti medianiche, nei casi di mal di testa  "che dipende piu' dai nervi che da iperemia cerebrale" rimanda all'effetto curativo dell'ippocastano


Sheffer-Storl "Le piante per la psiche"


 


 



“Dunque, poco fa ero al giardino pubblico. La radice del castagno* s’affondava nella terra, proprio sotto la mia panchina. Non mi ricordavo più che era una radice. Le parole erano scomparse, e con esse il significato delle cose… ; la radice, le cancellate del giardino, la panchina, la rada erbetta del prato, tutto era scomparso…..Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. ..”.


J.P. Sartre, “La Nausea"










*leggasi ippocastano,  tale e' la traduzione corretta del termine marronier











 





lunedì 15 ottobre 2007















“Trovai una spiegazione illuminante nel sesto libro dei Naturalia di Avicenna, in cui si dice che è insita nell’anima umana una certa proprietà di cambiare le cose, e che le altre cose le sono soggette; e precisamente quando essa è trascinata a un grande eccesso di amore o di odio o qualcosa di analogo. Se quindi l’anima di un uomo cade in preda ad una grande eccesso di una qualche passione, si può stabilire sperimentalmente che l’eccesso costringe le cose e le cambia nella direzione verso cui tende. (…) Chiunque può influenzare magicamente ogni cosa, se cade preda di un grande eccesso…e allora lo deve fare precisamente in quella ora in cui l’eccesso lo aggredisce e agire con le cose che l’anima gli prescrive. Infatti l’anima è allora così bramosa della cosa che vuole causare, che afferra anche da sé l’ora più importante e migliore che ‘comanda’ anche alle cose che più convengono a quell’effetto”.




Alberto Magno, De mirabilibus mundi







fonte:

*Il segreto della soglia*



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